Mediating the Risorgimento/Risorgimento Mediato

Anna Ottani Cavina, Fondazione Federico Zeri, Università di Bologna

The landscape of the Macchiaioli. A path towards the Modern

The Italian landscape as narrated by painters in the nineteenth century was defined in the memories and perceptions of twentieth-century observers through emblematic icons that gave expression to formal languages and conceptions of the world that were profoundly different from ours. They present images of a Romantic and visionary Italy, uninhabited, silent, and dominated by the cypress trees that can be traced from Fragonard to John Robert Cozens, Ernst Fries, Martinus Rø´rbye and Johann Wilhelm Schirmer, reaching its fullest expression in Arnold Bo¨cklin’s Isola dei Morti (1883) – a lived and realistic Italy that the Macchiaioli, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Odoardo Borrani, Silvestro Lega and Giovanni Fattori celebrated in the quotidian beauty of its domestic landscapes. At first this was an Italy of the sentiments and the heart, painted by artists who were not Italians. An Italy of supernational connotations and a quasi-religious embrace of the mystery of nature, that would regain new force at the end of the century in the solemn and spiritual vision of Giovanni Segantini. But the second set of images crossed with the French path to modernity along the itinerary traced by Corot and the Impressionists, an Italy that was filled with light and insights that brought together the great artistic legacies of the Renaissance past (geometry, perspective, proportion) and new concerns to capture truth ‘on the spot’ and in rapid rhythms. In this world of landscape painting, the Macchiaioli in the mid-nineteenth century established a language that was both national and modern in parallel with the most innovative artistic tendencies in Europe. Their language made use of new and faster methods of painting and paid great attention to the phenomenon of light to create a new iconography of the country. It was the encounter between modern life and ancient ways of seeing, between the ephemerality of the image and the classical tradition that gave the Macchiaioli their dynamic force and explains how they were able to establish the basis for a unified figurative language for a nation that was in the process of being born.

Il paesaggio dei Macchiaioli. Un percorso verso il Moderno

Il paesaggio dei Macchiaioli. Un percorso verso il Moderno Il paesaggio italiano raccontato dai pittori nel corso dell’Ottocento si definisce, nella percezione e nella memoria degli uomini del XX secolo, sulla base di alcune icone emblematiche, che riflettono linguaggi formali profondamente diversi e una diversa concezione del mondo. C’è una lunga sequenza di immagini di un’Italia visionaria e romantica, inabitata e silente, dominata dai cipressi che, muovendo da Fragonard, John Robert Cozens, Ernst Fries, Martinus Rǿrbye, Johann Wilhelm Schirmer …, tocca il suo punto di massima espressività nell’Isola dei Morti (1883) di Arnold Böcklin e c’è un’Italia vissuta e realistica, celebrata nella sua quotidiana bellezza dai paesaggi “domestici” dei Macchiaioli, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Odoardo Borrani, Silvestro Lega, Giovanni Fattori. La prima è un’Italia sentimentale, del cuore, dipinta da artisti che italiani non sono. Ha una connotazione sovranazionale, tende a un abbraccio quasi religioso con il mistero della Natura, riemerge alla fine del secolo nella visione spirituale e solenne di Giovanni Segantini. La seconda, che incrocia le strade francesi della modernità lungo il tracciato che da Corot va verso gli Impressionisti, è un’Italia lucida, dello sguardo, che fonde l’eredità del grande passato rinascimentale (geometria, prospettiva, proporzione) con la nuova esigenza di dipingere dal vero, on the spot, a ritmi serrati. In questo ambito della pittura di paesaggio, i Macchiaioli forgiano a meta` ottocento una lingua nazionale e moderna, in parallelo alle tendenze piu` innovative in Europa. Una lingua che, attraverso procedimenti abbreviati e grande attenzione alla luce, ci consegna una nuova iconografia del paese. E` in questo incontro particolare fra vita moderna e antica misura, fra fugacita` dell’immagine e tradizione classica che sta la forza espansiva dei Macchiaioli, la loro capacita` di porre le basi di una lingua figurativa unitaria per una nazione allo stato nascente.

Images

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Figure 1: John Robert Cozens, La loggia di Villa d’Este a Tivoli, Manchester, Whitworth Art Gallery



Figure 2: Johann Wilhelm Schirmer, Cipressi di Villa d’Este a Tivoli, 1840, Düsseldorf



Figure 3: Nicolas Poussin, La strada sabbiosa. Londra, National Gallery



Figure 4: Fritz Petzholdt, Cipressi nel giardino di Villa d’Este a Tivoli, Colnaghi, London



Figure 5: Martinus Rørbye, Cipressi nel chiostro grande di Santa Maria degli Angeli a Roma, 1841, Copenhagen, Ny Carlsberg Glyptotek



Figure 6: Arnold Böcklin, L'isola dei morti, 1883, Berlin, Gemäldegalerie.



Figure 7: Odoardo Borrani, Pescatore sull’Arno alla Casaccia, 1871 (Private collection)



Figure 8: Giovanni Fattori, Buoi al carro, 1870, Galleria d'arte moderna, Florence.



Figure 9: Telemaco Signorini, Il muro bianco, 1866 circa, Istituto Matteotti, Viareggio



Figure 10: Thomas Eakins, The Biglin brothers turning the Snake, 1873, Cleveland (Ohio),The Cleveland Museum of Art.



Figure 11: Claude Monet, Impression soleil levant, 1872, Musée Marmottan, Paris



Figure 12: Thomas Eakins, John Biglin in a Single Scull, 1873–1874 (Yale University Art Gallery, New Haven, CT).



Figure 13: Odoardo Borrani, Il 26 aprile 1859 in Firenze, 1861 (Istituto Matteucci, Viareggio)



Figure 14: Odoardo Borrani, Cucitrici di camicie rosse, 1863 (Private collection)



Figure 15: Silvestro Lega, Il canto dello stornello, 1867 (Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, Florence)



Figure 16: Caspar David Friedrich, Donna alla finestra, 1822 (Nationalgalerie, Berlin)



Figure 17: Caspar David Friedrich, Gufo alla finestra, 1836 (Ermitage, St Petersburg)



Figure 18: Silvestro Lega, Ritratto di donna (Private collection)



Figure 19: Edgar Degas, La famiglia Bellelli, 1858-1869, Parigi, Museo d’Orsay



Figure 20: Adriano Cecioni, Ritratto della moglie (Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, Florence)



Figure 21: Silvestro Lega, Ritratto del fratello Ettore fanciullo, 1855–1857 (Pinacoteca di Brera, Milan)



Figure 22: Antonio Puccinelli, Ritratto della nobildonna Morrocchi, ca. 1858 (Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, Florence)



Figure 23: Antonio Puccinelli, Ritratto di Nerina Badioli, ca. 1866 (Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Rome)



Figure 24: Giovanni Fattori, Diego Martelli a Castiglioncello, 1867 (Private collection)



Figure 25: Giovanni Fattori, Soldati francesi del ’59, 1859–1860 (Istituto Matteucci)



Figure 26: Giovanni Fattori, In vedetta (particolare), 1872 (Private collection)



Figure 27: Giovanni Fattori, In vedetta, 1872 (Private collection)



Figure 28: Giuseppe Abbati, Interno di un chiostro, ca. 1861 (Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, Florence)



Figure 29: Vito d’Ancona, Portico, 1861 (Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, Florence)



Figure 30: Giovanni Fattori, La rotonda dei bagni Palmieri, 1866 (Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, Florence)



Figure 31: Giovanni Fattori, Silvestro Lega dipinge in riva al mare, 1866–1867 (Collezione Jucker, Milan)



Figure 32: Silvestro Lega, La visita, 1868 (Galleria d’Arte Moderna, Rome)



Figure 33: Telemaco Signorini, L’alzaia, 1864 (Private collection)



Figure 34: Telemaco Signorini, Villa fiorentina, ca. 1872–1874 (Private collection, Florence)